Artisti e Violazione dei Diritti

    ARTISTI E VIOLAZIONE DEI DIRITTI

    I best case più importanti da conoscere

    Dopo la vendita della propria opera, un artista continua ad esercitare i propri diritti, decidendo anche di disconoscere la propria opera se la sua integrità fisica risulta alterata rispetto allo status originario.

    Ecco i più importanti, più uno recente

    Photo Credits: l’opera “Log Cabin Facade” dell’Artista Cady Noland

    Per un artista vendere un’opera d’arte è sempre una gioia e un dolore: ma come cambia, a livello legale, il rapporto tra artista e opera dopo la vendita?

    Partiamo dal presupposto che con la vendita dell’opera, l’artista non cessa di esercitare diritti sulla stessa. 

    La legge sul Diritto d’autore (legge 22 aprile 1941 n. 633 e succ. mod.) garantisce all’autore di un’opera, insieme al diritto patrimoniale di sfruttarla, anche il diritto morale di rivendicarne la paternità, opponendosi a modifiche o interventi a danno dell’opera stessa, comprese quelle che alterano le modalità di presentazione al pubblico, come volute e immaginate dall’artista.

    Spesso i diritti degli artisti, soprattutto quelli morali, sono sottovalutati: negli anni infatti non sono mancate diatribe legali tra collezionisti, galleristi e artisti i quali, vedendo la propria opera alterata rispetto al suo status originario, scelgono di intentare cause arrivando a disconoscere l’opera.

    L’ARTISTA PAT LIPSKY

    Tra gli episodi più recenti, quello dell’artista Pat Lipsky che ha fatto causa alla Spanierman Gallery di New York e alla piattaforma Artspace, appellandosi all’Artist Authorship Rights Act (1984) dello Stato di New York, che conferisce agli artisti il diritto di rivendicare o negare la paternità di un’opera e di opporsi alla sua esposizione, pubblicazione o riproduzione in una forma alterata.

    La protesta della Lipsky nasce dal fatto che le immagini utilizzate per vendere online il suo dipinto “Bright Music II” (1969) fossero state manipolate, alterando la composizione e la luce dell’originale per mascherare i danni del tempo e che ciò avrebbe causato un forte calo nelle vendite delle sue opere. L’artista ha dichiarato che non aspira soltanto al risarcimento dei danni subiti, ma anche a denunciare il comportamento delle gallerie online, per l’artista troppo concentrate sul risultato economico e poco rispettose nei confronti dell’artista e dell’opera nella sua essenza.

    Ma anche in passato non sono mancati altri casi di artisti che non hanno gradito interventi conservativi o di vero e proprio restauro sulle opere.

    L’ARTISTA CADY NOLAND

    Ricordiamo Cady Noland, artista impegnata in una complessa controversia contro una galleria tedesca e il collezionista Scott Mueller. Quest’ultimo, dopo aver acquistato nel 1990 l’opera “Log Cabin Facade”, una scultura che rappresenta la facciata di una baita formata da tronchi di legno, ha deciso di rivendere l’opera tramite la galleria tedesca dopo averla fatta restaurare, sostituendo tutte le parti di cui era composta. Nonostante la fedeltà al progetto originale, la Noland non ha gradito l’operazione avvenuta senza il suo consenso, opponendosi così alla vendita sulla base delle norme introdotte nel 1990 dal Visual Artists Right Act (VARA), che attribuiscono all’artista il diritto di rinunciare all’autorialità dell’opera.

    Ci sono stati artisti che sono arrivati a disconoscere le proprie opere.

    L’ARTISTA GERHARD RICHTER E ALTRI…

    Tra i più eclatanti il caso dell’artista tedesco che ha disconosciuto interamente tutte le opere derivate dal suo periodo giovanile in Germania, perché realizzate in uno stile che non sentiva più suo. 

    L’italiano Giorgio De Chirico ha rifiutato tutti i suoi lavori del periodo pre-metafisico, quindi precedenti al 1939. Infine l’artista scozzese Peter Doig, nel 2016 è stato chiamato in giudizio dalla corte federale di Chicago per essersi rifiutato di rilasciare l’autentica di un’opera che non riconosceva come propria e smentendo ogni possibilità di attribuzione: la corte ha così attestato la veridicità delle affermazioni di Doig.

    Le opere d’arte sono parte dell’artista stesso, sono la sua rappresentazione, per questo diventa fondamentale per il collezionista, così come per i galleristi, mantenere fede alla loro stessa natura, nel rispetto della creatività e dei diritti inalienabili degli artisti che le hanno create. 

    Per far questo è necessario rivolgersi a professionisti del settore che operano in dialogo con gli artisti prima di effettuare un qualsiasi intervento sull’opera, che si tratti della sua digitalizzazione finalizzata alla vendita online, o di un intervento conservativo e di restauro, come spiega Isabella Villafranca Soissons, Direttrice del Dipartimento di Conservazione e Restauro di Open Care a Milano in questa intervista sul restauro delle opere d’arte contemporanea.

    E tu, conosci i tuoi diritti?

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