Intervista a Mario Cristiani – Associazione Arte Continua e Co-Founder Galleria Continua
Oltre trent’anni fa è nata una delle gallerie italiane più conosciute nel panorama mondiale: Galleria Continua è stata fondata da Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo.
Un forte senso di appartenenza alla comunità, al valore dell’arte per la nostra società, dove opere d’arte di grandi artisti inserite soprattutto in contesti periferici per una fruizione alla portata di tutti ha portato alla nascita, nello stesso momento, anche dell’Associazione Arte Continua.
Il progetto e le raccolte fondi, ancora oggi in divenire e in pieno sviluppo, hanno permesso di realizzare idee e visioni ispirandosi all’idea di responsabilità sociale d’impresa.
Tra i progetti realizzati: Arte all’Arte. Arte Architettura Paesaggio, Rinascimento Nascimento. Arte Energia Sostenibilità, Arte x Vino=Acqua, Arte Pollino, UMOCA.
In questa intervista con uno dei fondatori di Galleria Continua e dell’Associazione Arte Continua, Mario Cristiani, scopriamo che cosa è accaduto in questi trent’anni di attività, gli artisti coinvolti e gli ultimi progetti realizzati in Toscana tra Prato, Firenze e il coinvolgimento delle Gallerie degli Uffizi.
Anche in tempo di pandemia l’Associazione Arte Continua non si ferma. L’ultimo grande progetto vede la collaborazione, in occasione delle celebrazioni del Dantedì, con le Gallerie degli Uffizi e il Comune di Firenze. Ci racconta il progetto?
MARIO CRISTIANI: L’Associazione Arte Continua che ho fondato con Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo ormai 31 anni fa, ha avuto un lungo periodo di attività concentrata più sulla raccolta fondi Arte x Vino = Acqua che sui progetti nelle città, fino ad oggi abbiamo infatti donato €2.000.000 in diverse parti del mondo.
Adesso con l’emergenza scatenata dalla pandemia, abbiamo pensato che il pendolo delle nostre attività debba tornare verso i luoghi da cui siamo partiti e possa finalmente trovare i sostegni ed il coinvolgimento di altri partner pubblici e privati, che possano con noi affrontare il tema della rigenerazione di un rapporto più equilibrato tra città e campagne, attraverso un coinvolgimento di aree affini geograficamente e di attività prevalenti.
L’obiettivo è quello di partire dalle città d’arte, per far diventare l’arte nelle città un elemento di fondo, e non un’aggiunta dell’ultimo minuto, per cui basta fare qualche murales del primo che capita o che piace al politico di turno per creare la riqualificazione delle periferie o una rigenerazione urbana.
Non basta e non ce la si cava con queste improvvisazioni per far contenti i molti o i pochi seguaci di Instagram, proprio per questa apparente facilità si deve insistere ancor di più sul cosa, come e chi coinvolgere nel discorso pubblico. Questo vale sia che l’intervento venga realizzato dai privati sia che venga realizzato dalle amministrazioni pubbliche.
E’ fondamentale ridurre i possibili errori nel fare progetti che sono visibili per tutti. Chi non ha possibilità di accesso – o per formazione culturale o per mancanza di risorse economiche – deve poter trovare nello spazio pubblico, quel senso di condivisione e accessibilità delle opere selezionate e proposte da professionisti del settore, curatori o strutture no profit come la nostra che, agiscono per coinvolgere artisti della comunità internazionale dell’arte che hanno un’idea propria del mondo.
E’ importante da dove vengono, ma quello che conta è dove sanno arrivare e dove possono portarci, a noi che non siamo artisti e soprattutto quanta probabilità hanno di resistere nel tempo.
l nostro progetto è iniziato nella campagna, è andato verso i borghi prima e poi attraverso la campagna industrializzata ed il ripensamento delle zone industriali verso la rottura dell’idea delle periferie, per cui stiamo lavorando all’idea di case popolari d’artista, che rendano evidente che se è tutta la comunità a sollevare il suo livello, e stimolare il miglioramento di ogni parte di abitato, a partire da chi normalmente non è chiamato a partecipare e sentirsi la parte in meno della comunità, tutto può innalzarsi di livello.
Nel 2020 sono trascorsi 30 anni dalla fondazione dell’Associazione Arte Continua, nata insieme alla Galleria Continua: che cosa è cambiato da allora per l’associazione?
MARIO CRISTIANI: Prima eravamo degli sconosciuti che parlavano a pochi intimi, oggi grazie al grande lavoro che abbiamo fatto su scala globale, soprattutto con la Galleria Continua, e la nostra capacità imprenditoriale – un po’ folle se valutata in termini di un normale business – possiamo far capire e diffondere la possibilità dell’arte non solo di cambiare le singole persone e gli spazi di loro proprietà, ma di creare sinergie e corrispondenze tra il dentro e il fuori.
Forse veramente avviare un rapporto diverso tra città e campagne, tra grandi centri “ri-forestati” o “ri-ruralizzati”, permetterci un rapporto meno drammaticamente pericoloso, soprattutto per il futuro delle persone.
Sono convinto che gli artisti della comunità internazionale dell’arte possano darci indicazioni di come avventurarsi in un futuro di nuovo aperto alla speranza, invece che alla minaccia crescente per la sopravvivenza della nostra specie e delle altre che ci tireremo dietro, se non cambiamo velocemente strada e prendiamo la giusta direzione.
Forse la nostra lettura di considerare la campagna, ci ha spinto ad andare in Cina nel 2004, poi nella campagna intorno a Parigi, e a Cuba e poi in Brasile, prima di riapprodare a Roma e ancor più nella centrale Parigi nel Marais.
E’ adesso su scala per nazionale che ripartiamo con “Arte All’Arte” nei piccoli borghi, e con le città del futuro. Per adesso coinvolgendo Prato e Firenze, per poi estendere l’azione che avevamo iniziato a Vinci e Scandicci, dove abbiamo realizzato in alleanza con i comuni, il progetto europeo “Arte all’Arte Rinascimento – Nascimento, arte tecnica tecnologia e scienza” con lo scopo di realizzare un distretto artistico tecnologico ambientale che possa essere un modello di ripensamento di tutta la campagna industrializzata e delle città che ne fanno parte.
Perché le amministrazioni pubbliche delle città dovrebbero portare più Arte Contemporanea nelle nostre città a contatto con le persone?
MARIO CRISTIANI: E’ un diritto all’informazione e un modo per permettere alle persone di sentirsi nel mondo, anche da un posto piccolo o ai confini dell’abitato. E’ un ispirazione per i giovani a pensare che la Cultura e l’Arte sono modi per costruire la loro identità e anche una possibilità di mobilità sociale oltre che di ecologia dello sguardo e del pensiero. E soprattutto per non lasciare che sia solo il mercato a dettare legge, permettendo anche agli artisti e ai galleristi di lavorare insieme per un obiettivo che riguarda tutti e in cui le proprie competenze, anche gratuitamente, possono permettere di dare spazio alla parte cooperativa oltre a quella competitiva.
Per questo è fondamentale che la struttura no profit possa affiancare quella commerciale, parafrasando i latini, filosofare oggi più che mai da’ senso e ci permetterà di superare lo stadio della sopravvivenza. E poi troviamo Dante e il suo “fatti non foste a viver come bruti”. E’ bellissimo trovare due grandi artisti capaci di creare, con le proprie opere, un forte dialogo con il contesto: a Prato in Piazza Duomo “SHY” di Antony Gormley, che resterà fino a metà luglio, e a Firenze in Piazza della Signoria si trova, fino a metà settembre, “Abete” di Giuseppe Penone, a cui seguirà dal 28 giugno la mostra “Alberi in-versi” alle Gallerie degli Uffizi.
Qual è il futuro per i prossimi 30 anni dell’Associazione?
MARIO CRISTIANI: Beh, prima di passare a miglior vita vorrei vedere realizzate le case popolari d’artista come sculture abitabili, con risparmio energetico, realizzazione di fabbriche d’aria, con orti di quartiere, nell’ambito delle riforestazioni urbane.
In queste nuove o vecchie case ristrutturate, dovrebbero essere destinati alcuni appartamenti per i giovani artisti, in proporzione al numero di inquilini, e spazi d’esposizione che colleghino il museo d’arte contemporanea di zona o anche dove non esiste una struttura dedicata, per dare opportunità di crescere e competere al miglioramento e mantenimento dello spazio di vita quotidiana generato dagli artisti.
Trasformare le zone di campagna industrializzata, sempre con lo stesso sistema, con chi fa risparmio energetico, recupera l’acqua e depura i fanghi, riduce le emissioni di co2, partecipa alla riforestazione avendo le certificazioni verificate, e credibili internazionalmente, abbia la possibilità di detrazioni fiscali o abbattimento dei costi per poter trasformare l’esterno dei capannoni in opere d’arte.
In ogni caso la nostra associazione vuole chiedere agli artisti amici della comunità dell’arte internazionale di abbassare il loro compenso, e partecipare con noi, in questo caso come attività senza scopo di lucro, per avviare questo percorso, sono certo che persone pronte a fare un passo in questa direzione ci sono e saranno sempre di più. Noi siamo pronti.
Quali sono i prossimi progetti?
MARIO CRISTIANI: Per venire ai prossimi appuntamenti di questo 2021, ci sarà la continuazione del progetto sulle città del Futuro a partire dal comune di Prato, e il centro per l’arte contemporanea Pecci, la mostra di Giuseppe Penone in collaborazione con gli Uffizi ed il comune di Firenze. Il restauro del lavoro di Nari Ward “Illuminate Sanctuary of Empty Sins” all’inceneritore di Poggibonsi, il restauro dell’opera di Jannis Kounellis a Montalcino, e speriamo di poter realizzare il restauro dell’opera UMOCA di Cai Guo Qiang a Colle Val d’Elsa, e un grande sorpresa a San Gimignano, che ancora non possiamo dire, questo per l’11 e 12 settembre prossimo.
Per i prossimi anni, “Arte All’Arte” si concretizzerà nella zona tra il viterbese e la bassa Toscana, un altro progetto sarà a Sud, e un altro a nord ovest, ma ne parleremo in futuro quando saranno più prossimi.
Per adesso vi aspettiamo in Toscana!