David Zwirner lancia la piattaforma online Platform
Platform venderà opere di artisti emergenti provenienti anche da altre gallerie e con prezzi tra i $2.500 e i $50.000
A seguito dell’impennata delle vendite online, che secondo l’ultimo Art Market Report 2021 sono salite a $12,4 miliardi, il celebre gallerista blue-chip David Zwirner ha lanciato “Platform”: piattaforma online che ogni mese offre un centinaio di opere originali da una dozzina di gallerie d’arte indipendenti sparse in tutto il mondo. I pezzi acquistabili direttamente sul sito, secondo il modello click-to-buy, hanno un prezzo che parte da un minimo di $2.500 ad un massimo di $50.000.
Zwirner, per ogni vendita effettuata riceverà una fee del 20% sul venduto, dichiarando inoltre che il progetto è dedicato soprattutto ai giovani collezionisti millennials che “non vanno necessariamente nelle gallerie e non vanno alle fiere d’arte, ma guardano l’arte online”.
Secondo il gallerista, infatti, questi clienti, che rappresentano una fetta del mercato oramai sempre maggiore e che scoprono l’arte e i nuovi artisti tramite i social network, non erano stati adeguatamente soddisfatti dal mondo dell’arte.
PRIMA DI PLATFORM
Già lo scorso anno la galleria aveva presentato una versione pilota del progetto che era stata accolta con successo. Allora vi avevano preso parte gallerie come la Bridget Donahue di New York e la Night Gallery di Los Angeles , mentre oggi ci sono le newyorchesi Bortolami Gallery, Charles Moffett , e la californiana Jessica Silvermann Gallery e artisti come la pittrice Jane Dickson, il fotografo e video-artist Jibade-Khalil Hauffman e il pittore Kenny Rivero.
Anche se le piattaforme online dedicate alla vendita di arte esistono da tempo, l’ingresso di un nome così conosciuto in questo campo è sicuramente un fatto di notevole interesse: è un segnale di come il modello tradizionale di galleria al quale eravamo abituati fino a poco tempo fa si stia spostando sempre di più verso una maggiore digitalizzazione. “Platform” riflette gli standard di qualità della galleria da cui è nato, offrendo visibilità ad artisti e galleristi che nella confusione della comunicazione digital spesso fanno fatica ad emergere.
LA POLEMICA DI LARRY GAGOSIAN
Ma non sono mancate le polemiche. Zwirner è stato infatti accusato di aver architettato solo un’abile mossa pubblicitaria: la sua galleria infatti, tramite “Platform”, potrebbe raccogliere artisti emergenti da gallerie più piccole e meno potenti, mentre assimila informazioni riguardanti la clientela di quegli stessi spazi. Larry Gagosian, altro celebre gallerista blue-chip, ha inoltre invitato queste realtà minori a mantenere il proprio marchio e la propria individualità, senza correre il rischio di farsi assorbire dai colossi del mercato.
Dal canto suo Zwirner afferma che l’impossibilità di tornare a lavorare come lo si faceva prima dell’arrivo del Covid-19 ha fatto scoprire un mondo dell’arte ancora più grande di quello che pensavamo esistesse: “Se si dimostra essere un robusto mercato primario, solo il cielo può essere un limite”.