I social networks sono diventati chiave d’accesso al mondo dell’arte e molteplici sono gli utilizzi.
Ecco i principali…
Oggi grazie all’utilizzo dei social networks nel mondo dell’arte è possibile scoprire, conoscere e comprare nuove opere, parlare con gli artisti o scegliere di visitare un museo, una mostra o una galleria d’arte attraverso il proprio smartphone.
I social networks hanno cambiato il modo di relazionarsi e comunicare con gli altri.
I social nascono come reti sociali e virtuali, il cui scopo è quello di condividere passioni, testi, immagini, video, informazioni.
Anche il mondo dell’arte ha scelto di farne parte, per questo sono sempre più presenti artisti, galleristi, collezionisti, professionisti, musei e istituzioni che decidono di condividere il proprio operato con il grande pubblico.
Grazie al digitale, nascono nuove professionalità per il mondo dell’arte, con il compito di comunicare, in un’ottica di promozione e valorizzazione dell’immagine di un museo o ancora per la vendita delle opere di un artista attraverso il canale virtuale dei social.
I social network permettono alle gallerie di entrare in contatto con nuovi e potenziali clienti, con un ripensamento per alcune dei propri modelli di business. Visionari in questo senso si sono dimostrati essere Joe Kennedy e Jonny Burt, fondatori della galleria The Unit London, prima solo virtuale poi reale. I due infatti vogliono vendere l’arte come YouTube fa con la musica, rendendo il mercato più accessibile e vicino ai collezionisti millennial.
Gli artisti mostrano la propria produzione o addirittura utilizzano i social come medium per creare vere e proprie opere come video, fotografia o Arte Digitale. Un esempio concreto di successo è quello del giovanissimo artista OLI EPP, che è stato in grado di raccontare la sua arte, venderla ai suoi collezionisti per poi farsi notare da gallerie come Semiose che oggi lo rappresenta. Un artista millennial che lavora sulla nuova generazione e che si fa conoscere dalle gallerie attraverso Instagram
I collezionisti creano un personale spazio virtuale, dove attraverso il proprio profilo possono promuovere la propria collezione o scovare nuove opere e artisti, spesso diventando sempre più personaggi pubblici, emblematici i casi di Stefan Simchowitz, di Jean Pigozzi o Yusaku Maezawa che ha aperto un proprio canale YouTube.
Mentre i professionisti sono in grado di trovare nuovi clienti e costruire una rete di contatti, che dal virtuale si fa fisica. Il caso più eclatante resta quello di Brett Gorvy, ex presidente di Christie’s e attuale co-fondatore della galleria Lévy Gorvy, che tempo fa postando l’immagine di un quadro di Basquiat sul suo profilo Instagram prima di volare per Hong Kong, dove si sarebbe svolta l’asta, all’atterraggio aveva già venduto l’opera.
Attraverso i social network arriva la validazione da parte del grande pubblico, che mostra il proprio consenso attraverso “follow e like”, accorciando le barriere e creando fenomeni, anche economici, completamente nuovi e non convenzionali.
Ma attenzione: se da un lato si assiste ad una grande opportunità per poter entrare più velocemente e scardinare l’antico sistema dell’arte, dall’altro invece si incorre nel rischio di restare completamente slegati dal sistema delle validazioni di mercato, istituzionali e museali che determinano il valore stesso dell’arte.
Diventa per questo fondamentale comprendere come utilizzare al meglio i social networks per l’arte, imparando a sfruttarne il potenziale, anche e soprattutto da coloro che già da tempo li utilizzano.