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Intervista a Diego Viapiana, Gallerista di Nuova Galleria Morone – ProfessioneARTE.it
Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione con ProfessioneARTE.it.
Photo Credits: Silvia Celeste Calcagno, “Bless This House”, Installation View @ Nuova Galleria Morone
“Il gallerista è colui che rischia per proporre delle novità”. Lo dichiara con grande sincerità Diego Viapiana, Gallerista e Direttore della Nuova Galleria Morone di Milano.
Il suo è un percorso atipico, iniziato all’insegna dello studio della Storia dell’Arte e proseguito con la scelta di “mettersi in gioco” sul campo, quello dell’arte contemporanea, in una Milano attiva culturalmente più che mai.
Nel 2011, quando dopo oltre dieci anni di esperienza al fianco del gallerista Enzo Spadon, Diego decide di dare un nuovo corso allo spazio espositivo, ecco che le idee si fanno chiare: è arrivato il momento di guardare al futuro, ai giovani artisti italiani e stranieri.
E le novità di susseguono, come anche le riscoperte: quella indimenticabile dell’artista sarda Maria Lai, che pochi mesi prima di lasciarci ha “visto” nascere la sua personale nella galleria, a febbraio 2013, fortemente voluta da Diego per omaggiarla e credere nel suo successo.
Ecco credere negli artisti, questo è il valore di un gallerista, ma non solo. Il resto lo racconta in questa intervista Diego Viapiana…
Diego Viapiana è Gallerista e Direttore della Nuova Galleria Morone, attiva dal 2011 a Milano.
Si laurea nel 2008 in Conservazione dei Beni Culturali con il massimo dei voti; consegue il traguardo avendo già uno sguardo sul suo futuro, quello di gallerista. Il suo percorso inizia presso la Galleria Morone di Enzo Spadon, storico spazio espositivo milanese aperto nel 1966 focalizzato sull’Arte Informale e Post-Informale; per lui è una “palestra” per crescere e diventare un professionista dell’arte.
Diego lavora al fianco di Spadon dal 1999 fino al 2011, quando dopo una consolidata esperienza nello sviluppo delle potenzialità della galleria, decide di dare un nuovo corso alla galleria con uno sguardo rivolto alla contemporaneità nazionale e internazionale.
Con lui nasce la Nuova Galleria Morone, dove è un susseguirsi di mostre e di artisti dall’alto profilo, tra cui Maria Lai, oggi artista acclamata a livello internazionale.
La prossima mostra “Gesti in rivolta. Arte, fotografia e femminismo a Milano 1975/1980 “, dal 9 settembre 2020, avrà un focus sulla condizione della donna nella società contemporanea.
Diego porta avanti il suo lavoro di gallerista con dedizione e attenzione, con l’obiettivo di sostenere e promuovere l’arte e gli artisti.
Negli anni la galleria ha partecipato a numerose fiere d’arte nazionali e internazionali quali Arte Fiera Bologna, ArtVerona, PULSE a Miami o Karlsruhe.
Inoltre Diego collabora con la VAF Stiftung Foundation seguendo il loro impegno nel sostegno all’arte italiana moderna e contemporanea, contribuendo alla valorizzazione della collezione.
1.Com’è iniziato il suo percorso nel mondo dell’arte?
Dopo studi universitari specifici riguardanti la storia dell’arte, ho avuto la necessità di fare un’esperienza sul campo.
Non avrei mai immaginato da giovane di diventare un gallerista, ma dopo aver affiancato per tanti anni il fondatore della Morone, nel 2011 ho creato la Nuova Galleria Morone.
2.Come descriverebbe la sua professione oggi?
La professione del gallerista è molto complessa. Io ho sempre fatto una distinzione tra gallerista e mercante. È ovvio che tutti i galleristi sono mercanti, ma il gallerista è colui che rischia per proporre delle novità e non solo artisti consolidati che hanno già un mercato.
Il gallerista oggi deve avere ottime capacità relazionali e soprattutto creare quella fiducia e confidenza con il collezionista.
3. Come è cambiata nel tempo la sua professione?
La professione è mutata nel tempo, oggi bisogna essere super professionali ed in continuo aggiornamento. Le mostre vengono pensate e programmate ed hanno anche talvolta una lunga fase di gestazione. Fino a qualche anno fa le fiere d’arte erano poche, oggi si cerca di fagocitare proposte artistiche anche in velocità ed il lavoro, spesso, non viene più fatto in galleria.
Personalmente prediligo sempre un rapporto intimo con l’opera e con il collezionista.
Confrontarsi contemplando l’opera d’arte.
4. Che impatto sta avendo il digitale nel suo settore?
In questo momento molti hanno utilizzato piattaforme per poter vendere.
È un mio limite, ma ancora credo poco al digitale, può aiutare, dal mio punto di vista, al marketing ovvero può essere una vetrina per far conoscere il prodotto.
Sarò obsoleto, ma credo nel rapporto contemplativo con l’opera. L’arte è qualcosa di vivo ed emozionale.
5. Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua professione?
Il miglior consiglio che posso dare: le gallerie si aprono con i collezionisti, senza di loro alle spalle si rischia di chiudere rapidamente, perché ci vogliono degli anni per acquisire credibilità.