Le Interviste di ProfessioneArte.it
Intervista a Massimo Paolo Maria Vecchia, Art Advisor e Art Consultant. – ProfessioneARTE.it
Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione con ProfessioneARTE.it.
Photo Credits: Miart 2019
“Faccio il lavoro più bello del mondo”. Lo dichiara con grande passione e sincerità Massimo Paolo Maria Vecchia, Art Advisor e Art Consultant indipendente.
Massimo, grazie al suo lavoro, ha l’opportunità unica di mettere al centro della sua attenzione le opere d’arte, con i loro artisti e le loro incredibili storie. Ma è pur sempre accanto ai collezionisti, che con la loro smisurata passione si affidano a lui per trovare quel pezzo che andrà ad arricchire la propria raccolta o ancora troverà una nuova collocazione per quell’oggetto da cui scelgono di separarsi.
Come racconta Massimo in questa intervista, è impossibile svolgere la sua professione senza un accurato studio della Storia dell’Arte, ancora meno lo è senza aver costruito nel tempo e grazie all’esperienza una fitta rete di contatti per essere parte di quella complessa macchina che è il mondo dell’arte.
E il digitale? Una nuova sfida certo, ma anche un’opportunità da sfruttare in strumenti e comunicazione, per agire sempre più rapidamente nel mercato d’arte.
Massimo Paolo Maria Vecchia svolge attività di Art Advisor e Art Consultant indipendente, specializzato nel mercato dell’arte del XX secolo, con una predilezione verso gli artisti italiani ed internazionali del secondo dopoguerra.
Studia Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano. Dopo un inizio lavorativo presso la segreteria organizzativa della Fondazione Mazzotta a Milano, matura una significativa e pluriennale esperienza nell’ambito dell’arte antica e moderna all’interno di gallerie d’arte e partecipando a importanti fiere di settore.
Con la sua attività di Art Advisor fornisce ai collezionisti consulenza e assistenza per l’acquisto e la vendita di opere d’arte, per il restauro, il trasporto, la verifica di autenticità e archiviazione, la valorizzazione delle collezioni.
Collabora con le principali compagnie assicurative in qualità di esperto, fornendo valutazioni di opere d’arte a fini assicurativi di collezioni private e pubbliche.
Svolge attività di consulenza per la valutazione e assistenza alla compravendita di opere d’arte a studi legali e istituti bancari.
Ha scritto per “Il Sole 24 Ore” in qualità di esperto di arte moderna fornendo valutazioni su artisti del XIX e XX secolo. Vanta privilegiati contatti con le principali gallerie italiane ed europee, oltre che con archivi e fondazioni.
Ha svolto attività di Senior Specialist del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della casa d’aste Wannenes e da Gennaio 2019 è consulente per Negri-Clementi Studio Legale Associato.
1.Com’è iniziato il suo percorso nel mondo dell’arte?
Devo ammettere che durante le lezioni al liceo mi distraevo sfogliando il manuale di storia dell’arte e quindi dopo la maturità classica la scelta è stata piuttosto obbligata.
Un corso di studi presso la facoltà di Lettere e Filosofia che mi permettesse di conoscere, approfonditamente, la storia dell’arte dall’antichità ai giorni nostri, con grandi docenti come Eugenio Ricomini, Ferdinando Mazzocca, Maria Teresa Fiorio e Antonello Negri. Già durante gli anni dell’università, ho avuto il privilegio di svolgere un’esperienza formativa altamente qualificante presso la segreteria organizzativa della Fondazione Mazzotta a Milano, che produceva significative esposizioni dedicate a grandi maestri come Kandinskij, Schiele e Klimt.
Schedare le opere e contattare i collezionisti e i musei prestatori era l’occupazione quotidiana per me, giovane e timido studente alle prime armi, ma il vero salto nel sistema del mercato dell’arte è stato grazie a un grande gallerista, forse fra i più preparati e appassionati che io abbia mai conosciuto, del quale sono stato assistente per quasi una decina d’anni, ancor prima dell’apertura della sua galleria, Matteo Lampertico.
Da li, si fa per dire, il sistema arte e mercato italiano e internazionale, non ha più, o quasi, avuto segreti.
Dopo alcuni anni come consulente d’arte indipendente ho accettato il ruolo di responsabile presso l’ufficio di Milano del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea della Casa d’Aste Wannenes. Quest’esperienza, che si è conclusa pochi mesi fa, estremamente intensa ed appagante, mi ha permesso di portare a termine un viaggio tra le professioni del mercato dell’arte, un bellissimo percorso che ancora continuo con successo come consulente d’arte indipendente, e che oggi trova la propria definizione nella figura dell’Art Advisor e dell’Art Consultant.
2.Come descriverebbe la sua professione oggi?
Il lavoro più bello del mondo?
Intanto ho la piccola soddisfazione che mia figlia forse ha capito che lavora fa il suo papà…valuta i quadri. Questo ma non solo, anzi molto altro.
Metto al centro l’opera d’arte e le persone. Colgo la luce nel loro sguardo quando le assisto nel portare a termine l’acquisizione di un’opera d’arte che andrà ad arricchire la loro abitazione, talvolta avverto il dispiacere quando mi occupo dell’alienazione di un’opera della loro collezione o appena trasmessa per via ereditaria. E’ una professione che richiede un costante aggiornamento, una grandissima passione e molto spesso credo di meritare una laurea honoris causa in Psicologia…. Battute a parte, credo sia davvero difficile trovare oggi una professione che permetta quasi quotidianamente nuovi incontri con opere d’arte e persone.
Non si impara infatti solo dai libri, ma anche e soprattutto ascoltando i racconti di collezionisti appassionati, direttori di museo, curatori, restauratori, trasportatori e corniciai.
Ogni professione che gravita attorno all’opera d’arte o al mercato dell’arte è infatti fondamentale e completa con le sue specifiche competenze l’insieme di servizi che io come Art Advisor vado ad offrire ai collezionisti per la cura, la buona gestione e la valorizzazione delle opere d’arte.
C’è anche da dire che io ho iniziato ai tempi del fax e del fotocolor, ora faccio moltissimo con uno smartphone…ma credetemi, l’approccio quasi scientifico all’opera d’arte non è cambiato, nonostante i social network e la nuova velocità che questi tempi impongono.
3. Come è cambiata nel tempo la sua professione?
Come vi dicevo i miei primi approcci alle opere d’arte e al loro mercato sono iniziati quando i documenti venivano trasmessi via fax, i quadri venivano impressi sui fotocolor, insomma, i primi anni del Blackberry.
Certo oggi le informazioni viaggiano più velocemente e con grande facilità di acquisizione, ma continuo comunque a riempire la mia biblioteca di cataloghi.
Nuove professioni si sono affacciate, cercando di farsi strada nel sistema arte, a volte non avendone le adeguate competenze e quindi un po’ per gioco. Detto questo, il mercato dell’arte vede fortunatamente ancora al centro l’opera d’arte e le sue principali problematiche: la corretta valutazione secondo diverse finalità contestualizzata con i tempi in cui viene effettuata, la corretta lettura del suo stato di conservazione (certamente oggi i restauratori hanno a disposizione materiali e tecniche che vent’anni fa non si usavano ancora), la corretta attribuzione o verifica della loro autenticità, e una corretta due diligence nel momento della compravendita.
Tutto è cambiato, ma niente è cambiato.
4. Che impatto sta avendo il digitale nel suo settore?
Se si considera quanto tempo le persone trascorrono mediamente ogni giorno su social network come Facebook e Instagram (ed è un dato davvero impressionante!), che si basano non solo sulla velocità di trasmissione delle informazioni, ma soprattutto sull’importanza dell’immagine prima del contenuto, si può ben comprendere come l’avvento del digitale sia stata una vera e propria rivoluzione.
Ma anche un toccasana che in questi ultimi mesi di universal lockdown dovuto alla pandemia da Covid19 ha permesso ad artisti, gallerie, musei, fiere e case d’asta di non scomparire e continuare ad operare. C’è forse qualcuno che in questi mesi non è entrato nelle Viewing Rooms di una fiera o non si è divertito a passeggiare virtualmente per le stanze della mostra di Raffaello a Roma? Sempre a proposito di digitale nuove applicazioni studiate ad hoc per i professionisti del settore, collezionisti e artisti, come Art Rights stanno indubbiamente aiutando per la “buona gestione” di un’opera d’arte ed ovviamente anche io ne faccio largo uso.
Ammetto di essere un po’ retrò e preferisco ancora esprimermi di fronte a una platea di persone piuttosto che davanti alla webcam del mio computer, comodamente seduto in salotto per un webinar, ma come cantava Bob Dylan “the times they are a-changin”.
5. Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua professione?
Non so chi ha detto o scritto che “nella vita gli esami non finiscono mai”, ma la mia professione mi mette fortunatamente davanti a casi operativi sempre nuovi che richiedono competenze, studio e preparazione, e aggiornamento costanti, quindi ritengo che prima ancora di stamparsi un biglietto da visita con scritto AAA dopo un master in Art Market, occorra chiedersi quanto si è preparati nella storia dell’arte – dal momento che ci occupiamo di opere d’arte – e quanta esperienza abbiamo maturato lavorando come assistenti in gallerie e case d’asta.
E’ anche vero che oggi i giovani riescono ad acquisire informazioni in modi e tempi molto più rapidi di quando ho iniziato io – il digitale aiuta! – e a volte è necessario preparare il terreno per molti anni prima di raccoglierne i frutti ed essere riconosciuti come professionisti qualificati nel sistema dell’arte. Come dire, per fare, bene, questo lavoro non basta più la laurea e l’inglese e forse, davvero, la grande spinta la può dare solo la passione.
Ma cosa c’è di più bello che essere appassionati del bello?
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