Le gallerie d’arte in Italia rischiano di chiudere: il grido di allarme dell’ANGAMC che chiede provvedimenti
La crisi in atto è senza precedenti, per questo senza azioni strategiche, le gallerie d’arte in Italia rischiano la chiusura: le misure urgenti vengono richieste a gran voce dall’ANGAMC in una nuova lettera al ministro Franceschini.
In Italia, il settore culturale e del mercato dell’arte moderna e contemporanea è sostenuto in parte dalle gallerie d’arte, vere e proprie imprese radicate sul territorio, che realizzano ogni anno circa 5.000 mostre, dando lavoro ad un numero di oltre 10.000 operatori (assistenti di galleria, artisti, curatori, restauratori, trasportatori specializzati etc.).
Un comparto che genera un ampio volume d’affari, con importanti ricadute anche in altri ambiti economici, come quello alberghiero, ristorativo e fieristico.
ANGAMC – L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, associazione di categoria, in questi giorni rivolgendosi al ministro della Cultura Dario Franceschini, sollecita ancora una risposta concreta per il sistema dell’arte italiano e in particolare per il comparto delle gallerie, chiedendo l’attuazione di azioni strategiche e la programmazione di interventi finalizzati ad una rapida ripresa degli investimenti nel settore.
I provvedimenti restrittivi, le chiusure degli spazi espositivi e la sospensione degli eventi fieristici hanno compromesso l’attività di moltissime gallerie d’arte, soprattutto del settore contemporaneo che sono tra i principali sostenitori dei giovani artisti, causando una crisi senza precedenti.
La mancata partecipazione alle fiere, che ogni anno secondo i Report di mercato e fino al 2019 hanno rappresentato per le gallerie circa il 46% del fatturato con una presenza a circa 4 manifestazioni in tutto il mondo, hanno determinato un netto calo e per molti non è bastato affidarsi alle vendite online, che necessitano di professionalità e attenzione.
«Quello dell’arte – sottolinea il presidente Mauro Stefanini – è un mercato globale e competitivo in cui l’Italia si è ritrovata spesso ai margini a causa di norme restrittive e anacronistiche già superate in altri paesi concorrenti. Un chiaro esempio ci viene offerto dalle gravi problematiche generate dalla mancata attuazione della riforma introdotta dalla legge 4 agosto 2017 n. 124 (c.d. “Legge Concorrenza”). In questo caso, a fronte di un lodevole tentativo di riforma del settore in senso liberale ed europeo, riscontriamo che gran parte delle indicazioni ivi contenute sono ancora largamente disattese. Ad oggi dilagano molteplici interpretazioni della legge che rendono impossibile operare con chiarezza ed efficacia e producono un considerevole aumento dei contenziosi amministrativi».
Difficoltà già ampiamente segnalate lo scorso marzo al ministro Franceschini da parte dei principali operatori del mercato dell’arte in Italia riuniti in un gruppo di lavoro apposito, denominato “Progetto Apollo”.
Ora una nuova lettera inviata lo scorso 14 aprile, a nome degli oltre 200 galleristi e galleriste associati, sottolinea l’urgenza di riprendere un dialogo con le Istituzioni e la politica, portando sul tavolo del confronto temi vitali per le gallerie d’arte, come Art Bonus, IVA primo mercato, IVA importazioni, SIAE/diritto di seguito, già in passato sottoposti all’attenzione del Ministero della Cultura.
E se in Italia la situazione di stallo e incertezza colpisce le gallerie d’arte, ecco che in Europa gli esempi di eccellenza e supporto al comparto non mancano: il programma di aiuti “Neustart Kultur” lanciato dal Governo tedesco ha previsto un miliardo di euro a sostegno del sistema culturale nazionale, di cui 16 milioni dedicati proprio alle gallerie d’arte.
Photo Credits: Galleria Nazionale di Roma